(Solar Ipse 2013)
Cinque lunghe stringhe di suono, frutto di un’intensa
collaborazione dal vivo, incise fra il 2004 e il 2007.
Minimali,
eleganti e ipnotiche.
Di metallo (sfregato/percosso) e aria.
A
testa bassa (Hornbread), in espansione deflagrata.
Con il
corpo statico, che s’accende di luci improvvise (in just
intonation).
Magnifica, tesa sospensione (Honey
Too).
Sfiancante e monotona (Breadman e la sua ombra
Velvet Underground).
A perdita d’occhio, in declinazione
Third Ear Band (Dough).
Etno giocattolo avant, con
unghie affilate da non sottovalutare (Crust).
“Hornbread”,
è lavoro riuscito in ogni sua parte.
Per strumenti ad ancia
(tradizionali e autoprodotti) e chitarre elettriche a percussione
(più e-bows).
Una meraviglia.
Voto: 8
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