(Aagoo 2014)
“Small town by the sea” viene presentato come il progetto più ambizioso e più accessibile del gruppo di Vancouver. Dopo diversi ascolti confermo questa ‘presunzione’.
L’ambizione è quella di tendere a fare pezzi epici e a modo loro i canadesi ci sono riusciti, attraverso linee elettroniche sperimentali e molto interessanti, dalle quali traspare una tendenza a non voler dare niente per scontato. È anche accessibile il disco, e proprio per questo ha una notevole autorevolezza, perché il gruppo dimostra che la sperimentazione non è necessariamente sinonimo di cose difficili da ascoltare.
I sei brani, infatti, alternano sonorità, sempre tendenti a beat lenti (Tennis players), se non ipnotici e trip hop (Bathroom mirror (smash patriarchy)); tuttavia, minimalismo (Bird internet) e momenti tristeallegri rafforzano il disco, in particolare quando una scarna chitarra fa capolino o si decostruisce un percorso musicale (74 guitars).
Non c’è che dire “Small town by the sea” è una bella evoluzione del trip hop.
Voto: 8
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