(Autoproduzione 2014)
Non mi entusiasmavo per un disco italiano inedito da molti mesi. Questo cd è frutto di collaborazione e baratto. Sì, proprio il famoso baratto di cui ci parlavano alle elementari. È stato realizzato in uno studio di registrazione in cambio di una dipinta alle pareti, la copertina è opera del liceo artistico locale in cambio di un concerto nell’istituto, tutto creato con carta riciclata. Un disco tenuto insieme da un bullone. È questo il senso del disco, siamo tutti l’ingranaggio di qualcosa. La vita è una fabbrica. E la città è l’apocalisse. Il progresso ci porta a vivere per lavorare, per colpa dei debiti da sanare, il futuro precario. Veloci, freddi e micidiali.
Dove finiremo? Saremo ancora capaci di amare ed essere umani? “Regredire per creare”.
Ma in fondo facciamo parte di un ingranaggio ancor più grande che dobbiamo attivare per essere felici. Benvenuti nella fabbrica dei The gentlemen’s agreement. Ci sono tante cose qui dentro: melodie pop anni ’60, samba, Brasile, India, teatralità, cori, fiati, elettronica e tanti rumori, trapani, tintinnii. Per ogni canzone scorrono delle immagini, un musical senza video. È difficile parlare di questo disco perché è impossibile definirlo e questa è una gran cosa. Non saprei consigliarvi un solo brano perché tutto il cd è un bellissimo lavoro, raffinato, divertente e allo stesso tempo amaro che ricorda un Gaber mai dimenticato. Da ascoltare tutto.
Voto: 10
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Autore: ourgirl@hotmail.it