(Ravello 2014)
Un viaggio attraverso le molteplici vie che l’invenzione melodica ha saputo e sa ancora percorrere, e che il clarinetto di F. Gerard Errante, di volta in volta accompagnato da pianisti di altrettanto provato livello, ci fa compiere, trasportandoci avanti e indietro nella storia della musica. L’affinità con la voce umana che questo strumento ha da sempre mostrato, è qui messa in risalto da un repertorio composto per lo più da canzoni, trascritte per il duo clarinetto-pianoforte e dunque in certo senso inedite. Altro motivo di interesse è la differenza di stili e umori, pur nella comune esaltazione della cantabilità, che la selezione dei brani operata per l’occasione porta in risalto. Si passa allora dalle Chanson di Debussy e Poulenc, in cui il clarinetto si perde nelle atmosfere voluttuose del primo per sfoggiare la sua vena capricciosa e ironica nelle vignette parigine del secondo, ai Lieder di Schumann e Brahms, che ci fanno toccare la terra con motivi di sapore folkloristico, per poi smaterializzarli in creazioni dalla purezza nitida e celestiale. Ideale via di mezzo, le Songs sud e nord americane, in cui si canta l’amore romantico dei Barber e Sondheim, venato di nostalgia negli argentini Ginastera e Guastavino. L’inclusione, poi, di brani di autori contemporanei, quali Laitman e Gause, mostra come l’anelito alla cantabilità possa ancora procedere di pari passo con la raffinatezza della scrittura; a patto che la traduzione sonora sia affidata a strumentisti abili come i protagonisti qui incontrati.
Voto: 9
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