(Ravello 2014)
Terzo capitolo della serie di cd dedicati dalla Ravello a compositori americani appartenenti alla regione dell’Appalachia, e da questa in vario modo ispirati. In questo caso, nelle composizioni di John Beall qui presentate – un quintetto per pianoforte e archi, una sonata per viola e pianoforte e un singolo movimento per il medesimo duo – la fonte appalachiana è ravvisabile nell’utilizzo di motivi appartenenti al repertorio folklorico della West Virginia, che, insieme all’impiego frequente di temi innodici, infondono ai brani un colore tipicamente americano. Ma Beall è capace di trasportarci dalle evocazioni paesaggistiche che tali temi, nell’essere ampiamente dispiegati, suggeriscono, alle introspezioni interiori di cui la sua musica è capace. Sì, perché l’Autore, padroneggiando con grande maestria la tecnica del contrappunto e del tema con variazioni, introduce sezioni di estrema turbolenza emotiva, dalla scrittura densa, ritmicamente mossa e a tratti quasi dissonante, senza tuttavia che l’impianto generalmente consonante ne venga nel complesso intaccato. Questo gioco tra interno ed esterno è condotto con una sensibilità e una raffinatezza tanto per i dettagli (non da ultimo, coloristico-strumentali, essendo Beall anche un valente violoncellista, contrabbassista e pianista) quanto per l’architettura d’insieme, tale da stimolare, dal primo all’ultimo minuto di ciascuna composizione, la nostra ricettività emotiva e tener deste le nostre facoltà intellettuali.
Voto: 9
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