Street Priest ‘More Nasty’

(Humbler Records 2014)

Espressione tutta ossa e spigoli esposti, quella degli
statunitensi Street Priest.
Convulsioni e rattrappimenti
per chitarra, basso e batteria da Oakland, in modalità
istantanea free noise.
Amici e collaboratori di tipetti come Bill
Orcutt
e Weasel Walter, gli Street Priest, frammentano e
sparpagliano detriti tutt’attorno.
Un percuotere in random e
accenti metallici da taglio/feedback, l’ossatura dell’iniziale
Turk.
Ronzii e ciarpame no wave in collasso,
Taylor.
Subdolo e raschiante istante riflessivo,
Sixth.
Elettrocuzione sfiancante, maculata di funk
disidratato e demente, Market (Greg Ginn
apprezzerebbe).
Come degli Harry Pussy meno compressi a
maggior tasso impro.
Un più che soddisfacente tormento (in
nastro o download).

Voto: 8

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