di Rachele Paganelli
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(Axmasca Studio 2013)
Davide Pergolesi, alias Martello, l’ho incontrato per la prima volta qualche mese fa all’Homeless Rock Fest come ospite della serata. Quando mi sono seduta e ho ascoltato il suo live sono rimasta a bocca aperta, non sapevo esattamente cosa dire, così sono andata direttamente ad ascoltare il suo disco avvolto in una magliettina rossa e ho ritrovato tutte le sensazioni della serata nei sette brani. Martello picchia duro con la sua batteria accompagnata da un sequencer, picchia elettronico, post rock, sfiorando addirittura la dubstep, crea distorsioni oscure ed inquietanti anche alla sua voce. E proprio questa voce così nera racconta le sue canzoni come fossero fiabe deturpate ed essenziali dei tempi moderni. C’era una volta la deriva culturale e sociale (ghiaccio bollente), un’ironica dichiarazione di odio (due parole), il silenzio imposto ed eterno (scomodi silenzi). I testi sono “decadentemente” belli, ironici, taglienti e poetici con un linguaggio davvero contemporaneo. Per me il momento più alto è Paga, una coniugazione di intenti, o meglio, LA promessa che “loro” pagheranno. Speriamo.
Voto 5 stelle