Eliane Lust ‘Entangoed’


(Pinna Records 2014)

Un Ep di sei brani che rileggono, nell’ottica della composizione colta, la forma del tango: questa la scelta che la Pinna Records ha compiuto per celebrare la propria entrata sulla scena discografica internazionale (insieme a un cd di brani pianistici del compositore Mamoru Fujieda, che recensiremo prossimamente). Che il tango fosse molto più che una danza, e riuscisse a condensare sentimenti estremi come la passione, la disperazione, la speranza, lo aveva capito non solo Astor Piazzolla, ma molti altri compositori che, pur in maniera sporadica, ne hanno catturato l’essenza estraendone l’anima “caliente” ma, al tempo stesso, astraendo – mi si perdoni il gioco di parole – in certa misura dalla sua origine popolare, per sottoporlo al gioco di scomposizione e ricomposizione di stampo modernista. Questo l’esempio offerto, nel primo Novecento, da autori come Erwin Schulhoff e Dane Rudhyar, e idealmente ripreso da compositori contemporanei (Robert Elkjer, William Schimmel, Frederic Rzewski), che del tango hanno accentuato il pathos drammatico o il lato più oscuro e minaccioso (quello delle origini nei sobborghi di Buenos Aires tanto amato da Borges). Senza dimenticare l’irriverente ma gustosissima ibridazione con le canzoni di Janet Jackson compiuta da Scott Pender. Visioni diverse del tango, dunque, che la bravissima pianista Eliane Lust interpreta con rigore e una buona dose di swing.

Voto: 8

Filippo Focosi

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