(Splasch(H) Records 2014)
Dopo il forte impatto emozionale di “E(x)stinzione”,
l’unità Enten Eller, si raccoglie attorno
un’esposizione maggiormente intima, che predilige la costruzione e
risoluzione di fasi strumentali, dense d’istintuale
autocritica.
Sottraendo con fluida energia, retrocedendo in
attento e reciproco ascolto, congegnando proposizioni condivise su
cui stratificare con forza concetti ed azioni.
Torna a collaborare
con il quartetto Barbiero / Maier / Brunod /
Mandarini (dopo “Ecuba” del 2010), il sax e il
flauto di Javier Girotto, che dona alle minimali (spesso
amare, mai vinte) composizioni istantanee, umori e caldi volteggi di
un Sud America, che distante come geograficamente appare, non è.
Un
ritrovarsi attorno a singole intuizioni, proposte e ampliate, in un
gioco di relazione/conferma, circa lo stato di grazia esposto ad ogni
uscita da Enten Eller.
Defilati e fuor dagli schemi, di un
contemporaneo apparir sterile, tutto forma e niente
sostanza.
Dialoghi strumentali consapevoli, in continuo (ispirato)
mutamento.
Un punto a capo nella produzione del
quartetto.
“Pietas”, non tralascia o dimentica luoghi,
storie e motivazioni, i perché ed i rapporti col proprio
tempo.
Il vuoto intrattenimento passeggero, non gli appartiene.
Voto: 8
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