di Marco Paolucci
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Willie Talos è un uomo che si è fatto da solo, ha sudato sette camicie per farsi avanti nell’America degli anni trenta, un passo alla volta fino a diventare governatore di uno non ben definito stato del Sud. Jack Burden è uno storico fallito con un “ricco” passato che lo tormenta, che diventa il braccio desto di Willie Talos e ne narra l’ascesa, la conferma, e la fine in questo bellissimo romanzo vincitore del premio Pulitzer nel 1947 e trasposto sullo schermo in due occasioni: nel 1949 dove si aggiudicò tre oscar e nel 2006. Il romanzo, ispirato alla figura del governatore della Louisiana Huey Long che giunse al potere con un programma populista per poi riverlarsi un politico corrotto, racconta il lato oscuro della politica americana come un incredibile viaggio nella vita di un uomo. La vicenda, raccontatata in prima persona da Jack Burden, si dipana e si sviluppa mostrando come l’America sia stata e sia ancora la terra delle mille possibilità di salire, e di scendere velocemente a precipizio senza ascensore. Le continue digressioni avanti ed indietro nelle vite dei protagonisti, i continui ripescaggi di episodi e narrazioni, riescono a non annoiare ma anzi incollano senza tregua il lettore alla pagina, facendolo immedesimare nelle vicende di Willie Talos. Nelle ultime pagine quando la vicenda giunge alla sua naturale conclusione, un senso di sospensione rimane per parecchio tempo nell’aria, e la consapevolezza di aver avuto accesso, anche solo per qualche momento, ad una storia avvincente ed ad una possibile spiegazione del libero arbitrio e delle sue conseguenze.
Link: Robert Penn Warren,Tutti gli uomini del re, Roma, 66thand2nd, 2014