(Couldn’t records 2014)
Antonio Giannantonio lo conosciamo già, per aver recensito su Kathodik numerose produzioni della sua Geograph Records; in anni passati è stato un “sommovitore” dei sotterranei capitolini con i Laser Tag e poi col progetto solista Grip Casino. Il chitarrista concittadino Matteo Falomi e il batterista abruzzese Stefano Di Brisco lo hanno attirato in questi Real Miracolo, latori di un canzoniere ebbro, a livello del Pavement(o) (cfr. Work Was Good). Assieme al bassista – marsicano pure lui – Gianlugi Rossini, nei nove brani di “Anthems” sbriciolano l’indie americano anni Novanta (You’re Right, I Apologie) e risultano fin commoventi, nei loro ritornelli sgrammaticati (Last Color). I Velvet Underground, in gita a Roma, muovono la testa soddisfatti (cfr. Furious Equine Beauty); pure David Byrne mangia volentieri gli spaghetti all’amatriciana (Markers).
Bravi e sgangherati.
Voto: 7
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