(Innova 2014)
Se un tempo il clarinetto era apprezzato dai compositori per la sua duttilità espressiva, capace di momenti d’ironia come di soffusa malinconia (ne sapevano qualcosa Mozart e Brahms), oggi è per alcuni strumento d’elezione per ardite sperimentazioni timbriche o strutturali, specie nella sua veste solistica, senza accompagnamento alcuno. Così sono, ad esempio, alcuni dei brani in cui il clarinettista Pat O’Keefe si cimenta in questo avventuroso CD della Innova: penso alle dissonanze, pur ricche di groove, di Jeff Lambert, alle labirintiche (s)composizioni di Ann Millikan e Brett Wartchow, o alle amplificazioni elettroniche che dominano la scena nel pezzo di Scott Miller. Più musicali, in certo senso, i lavori dello stesso Pat O’Keefe, o di Paul Cantrell, laddove il pianoforte fornisce una base armonica più o meno stabile, sopra la quale il clarinetto può imbastire il suo (intenso e a tratti sinistro) canto.
Voto: 6
Filippo Focosi