Artetetra Intervista

Quattro Chiacchiere Digitali con i tipi della Artetetra Records

Di Marco Paolucci
uccio12@hotmail.com

21/02/2015: Stavolta Quattro Chiacchiere Digitali si occupa di una neonata label specializzata nella produzione in cassetta di artisti “oscuri” e “psichedelicamente” deviati. I nostri si muovono, come ci racconteranno, con fare da etnomusicologi “steampunk” nel maelstrom sonoro che ci circonda e portano alla luce pietruzze soniche da avere e collezionare, date le produzioni in numero limitato. Ne parliamo “digitalmente” con Luigi Monteanni e Matteo Pennesi:

1. Quali sono le origini dell’etichetta? Come è nata l’idea? Quali ispirazioni ci sono state? A quali modelli, se ci sono stati, si è fatto riferimento?

Artetetra è nata dal bisogno di trovare un’identità alle attività che facevamo personalmente, come l’organizzazione di piccoli concerti o la preparazione di compilation di artisti locali. A questo bisogno si era aggiunto l’interesse per le produzioni in cassetta e quindi, alimentati dall’entusiamo di Manuel Kopf (A.K.A. Manuel Coccia A.K.A. moraljetlag): noisemaker dei KMfromMYills e bassista degli Shell collector (mentore del collettivo e vero nostalgico del nastro magnetico), abbiamo deciso di dar vita a queste micro produzioni in audiocassetta. Anche se io e Matteo ci occupiamo della maggior parte degli aspetti: dalla scelta delle produzioni alla promozione, gestione ed eventuale organizzazione degli eventi consideriamo Manuel parte integrante dell’etichetta visto che si occupa di alcuni degli aspetti più tecnici ma, in fondo, più importanti delle produzioni come il mastering, il missaggio dei nastri e la cura dei suoni e delle registrazioni delle cassette e di molti dei nostri brani (L’intero ‘Papalagi’ di fresca uscita è stato registrato al Plaster recording studio di Potenza Picena di cui Manuel è co-fondatore). Ad oggi sono uscite due compilation, una sonorizzazione in VHS e l’ep ‘Papalagi’ dei Babau e a breve usciranno altre produzioni tra cui una serie di split di progetti ancora poco noti alla scena underground ma di ottima qualità. Si tratta comunque di investire delle energie in progetti in cui crediamo molto ma che, al contempo, non appartengono ancora alla scena musicale italiana. Pensiamo comunque che l’etichetta sia nata per mantenere saldo un rapporto di amicizia che andrebbe un pò a ridursi vista la nostra lontananza: Luigi da poco si è trasferito a Berlino e sta tentando di entrare all’università, quindi Artetetra è più un motivo per sentirci quotidianamente per coltivare un progetto che ci entusiasma e ci accomuna.
 Per ciò che concerne i modelli, non è facile ritrovare dei nomi specifici. Ci hanno ispirato un pò tutte quelle etichette che hanno trovato dei modi abbastanza umani e creativi per produrre i progetti di cui avevano stima. Probabilmente le prime vere etichette che ci hanno colpito, ad ogni modo, per le loro scelte stilistiche ed estetiche potrebbero essere ritrovate in Not Not Fun, Sun Ark, Beer on the Rug, Stones Throw ma anche progetti più etnomusicologici come Sublime Frequencies, Analog Africa ed Awesome tapes from Africa.

2. Come scegliete le produzioni?

Siamo alle prime esperienze per quanto riguarda la produzione, quindi stiamo cercando di ingranare e vedere come va il tutto. Rimane pur sempre una passione e non un lavoro. La scelta di produrre un progetto è dettata principalmente dal valore che rappresenta per noi il progetto stesso: se una cosa ci piace si fa volentieri senza favori o secondi fini, se non ci piace viene scartata semplicemente in base a delle scelte che sono tanto soggettive quanto sentite. In ogni caso cerchiamo di non agire in base a delle scelte preimpostate che ignorino totalmente delle circostanze ogni volta diverse. Crediamo che in queste cose la flessibilità non sia il contrario di serietà ma suo sinonimo.

3. Come scegliete i gruppi?

I gruppi sono stati scelti in vari modi: alcuni sono stati scelti inizialmente da noi in quanto meritano assolutamente un formato tangibile sul quale lasciare la propria impronta sonora, altri ci hanno presentato le demo su cd ed altri si sono presentati via mail o social.
Tendenzialmente cerchiamo di promuovere cose diverse senza però cadere nel vasto e indefinito campo della musica puramente sperimentale. Ci sono troppe etichette che producono progetti estremamente coraggiosi e capaci, sarebbe inutile per noi rinchiuderci in questo non-genere. Inoltre troviamo che sia più interessante buttarsi su qualcosa di più coinvolgente. Fondamentalmente stiamo cercando di puntare più sul colore e sul ritmo di un gruppo. Intendiamo quei progetti la cui forza sta, dal nostro punto di vista, nell’aver trovato degli spunti di originalità senza dover per forza recidere completamente i rapporti con un certo tipo di tradizione e spingersi al di là di un certo limite.

4. Cosa pensate delle coproduzioni?

Sono un’idea intelligente e sicuramente più interessante del crowdfunding. Le coproduzioni sono un modo per dividersi l’investimento in una produzione, che, anche se parliamo di numeri minimi, può essere difficile da fare per un’etichetta indipendente. Inoltre, quando si parla di piccole realtà come la nostra o come mille altre, la coproduzione diventa una possibilità più concreta di superare l’isolamento che a volte il DIY può creare: molto spesso, quando le etichette “si fanno a casa propria”, la risonanza dei lavori che si pubblicano è molto ridotta e prima di avere un po’ di vera attenzione ci vuole molto lavoro. La coproduzione è sicuramente un modo per canalizzare delle forze e dare più voce ad un lavoro. D’altra parte questa cosa ci tocca in modo minimo in quanto le produzioni su cassetta sono molto più economiche di quelle su vinile o cd ed il numero di copie rende la spesa quasi del tutto accessibile oltre che essere un metodo di produzione molto più immediato: non avere quasi a che fare con ordini da inviare a vinilifici polacchi è davvero un sollievo.

5. Con chi vorreste collaborare sia come produttori che come musicisti?
Dobbiamo sparare alto o tenerci nell’ambito della realtà? (Risate!!!) Per quanto riguarda l’ambito della realtà pensiamo che ci piacerebbe lavorare con progetti di ordine leggermente meno “sperimentale” per favorire un approccio più etnico e psichedelico. Cerchiamo comunque di non inseguire un hype (pur sapendo che rimanere completamente fuori da una tendenza è quasi impossibile) o di produrre il classico progetto ambient del tipo che fa forza sul nome ottenuto in altri progetti. Non ci interessa e non ricevendo alcun soldo da questa attività ci è abbastanza facile fare quello che ci piace e essere chiamati a collaborare solo a gente a cui piacciamo. Per quanto riguarda l’ambito della fantasia e dell’utopia pensiamo che i già citati Not Not Fun e Sun Ark siano abbastanza eloquenti.

7. Siete anche una band, Babau. Riassumente le domande di cui sopra nella veste di band?

Babau è un progetto nato un paio di anni fa e che dopo diversi cambi stilistici è riuscito a raggiungere un sound che piace ad entrambi. Stiamo finalmente ottenendo un pò di soddisfazioni dai live fatti; il che non guasta mai. Principalmente per creare le tracce uscite in questi giorni per Artetetra e Narvalo, suoni abbiamo cercato di lavorare di più sull’ascolto cercando di assimilare quante più idee possibili su cui metterci a lavorare e su cui sviluppare un set che fosse al contempo minimo ma variegato e dinamico. Le idee e le sonorità, dopo un ascolto attento e indirizzato a branche di suono più equatoriali (anche se dire equatoriali un po’ fa’ ridere) sono venute fuori in modo abbastanza spontaneo. Crediamo che sia un aggettivo che possa rispecchiare bene il nostro nuovo lavoro. Ci siamo concentrati molto sulla composizione del live set che, in fondo, è fondamentale per acquisire un sound più originale; è stato uno stimolo che abbiamo raccolto e che probabilmente ha aggiunto una lieve impronta personale all’album. Per quanto riguarda le collaborazioni non sarebbe male una collaborazione con qualche artista o produttore dub, chissà cosa esce fuori.

8. Come vedete la scena musicale italiana, produzioni, live e quant’altro, in questa duplice veste, band e label?

In tutta franchezza non suoniamo tantissimo, per cui, a questa domanda potrebbero certo rispondere i gruppi che girano l’Italia a suon di tour. Da ascoltatori possiamo dire che la scena musicale locale è molto seguita, sono nate delle realtà di vario tipo più o meno connesse con la musica nella zona Macerata/Ancona veramente molto produttive e che, se non altro, riescono a muovere la gente da casa e ad andare a vedere e propongono un po’ di cose nuove. Vale la pena ricordarle: Cavalca-via, Reasonanz, Bloody Sound, Onlyfuckingnoise ed altri. Bisogna omaggiare anche il Groove! che per un pò di anni ha portato un sacco di gruppi in un paese morto come Potenza Picena ed ha aiutato ad espandere la nostra conoscenza musicale.
Naturalmente stiamo parlando di una fetta piccola della potenziale quantità di live nella zona ma purtroppo molti locali/promoter sono ancorati all’idea che un gruppo debba necessariamente portargli un discreto numero di persone senza che ci sia un lavoro da parte del gestore o del promoter di dare un’identità al locale e quindi di avere un buon numero fisso di gente interessata alla proposta musicale.
Per quanto riguarda le produzioni la domanda è sicuramente legittima, tanto che più di una volta, attualmente, ci capita di sentire posta la questione della scena italiana. In generale le produzioni italiane sono di livello molto alto: che ci si creda o no sento spesso gente dall’estero che mi parla di una forte scena italiana per quanto riguarda la musica sperimentale. Al contempo ci sono tantissime produzioni brutte e spesso anche coloro che sono capaci non riescono a mantenere la magia per molto.

9. In chiusura la classica domanda finale: quali sono i vostri progetti futuri?

La fortuna di suonare è proprio quella di avere sempre di fronte i propri progetti. Per ora il nostro è dare un po’ di concretezza a questa etichetta e a tutti i progetti che vi cadono o vi cadranno sotto, incluso il nostro (il release party è al Reasonanz il 28 Febbraio!). Come etichetta stiamo lavorando a una serie di split in cassetta di prossima venuta che sicuramente daranno la giusta impronta a tutto ed alla realizzazione di qualche evento per l’estate. Come band stiamo cercando di portare un po’ in giro il lavoro uscito in questi giorni e fargli avere una risonanza maggiore rispetto al precedente.

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