(Navona 2014)
Bella proposta di brani cameristici del compositore Gerald Cohen, che si dimostra a suo completo agio nella scrittura per piccoli organici, con violino o viola, pianoforte, e clarinetto (o clarinetti). Proprio quest’ultimo, il clarinetto, è lo strumento principe: protagonista in tutte le composizioni, il che non deve stupire, dato il frequente uso di temi e stilemi provenienti dalla musica klezmer e yiddish. Ma questa non è l’unica influenza, diciamo così, extra-colta, di Coehn, che attinge egualmente ai mondi del jazz, del blues, talvolta del pop, rimescolandoli in una scrittura serrata, dai ritmi spigliati e incalzanti, che pure concedono il dovuto spazio a inserti melodici di immediata presa. Umori e suggestioni di segno differente seguono giochi di equilibrata alternanza, talvolta intersecandosi in griglie di sapore post-minimal che lasciano comunque spazio per un respiro vitale, che tutti i brani attraversa.
Voto: 7
Filippo Focosi