(Santeria / Audioglobe 2015)
Un tempo davvero potevamo dire che i Giardini di Mirò erano tra i gruppi più rilevanti del panorama post rock, il loro mitico ‘Rise and Fall of Academic Drifting’ arrivato in un momento azzecatissimo a far capire a tutti che dagli emiliani c’era solo che da imparare.
Da allora son passati tanti anni e ormai la scena post rock, specie quella internazionale, li ha decisamente superati. I nostri pure si sono dedicato a ben altro (progetti glitch pop, disco, ecc.) ma rimane una passione per musicare i muti, dopo il buon successo riscontrato con ‘Il Fuoco’ di Pastrone e con ‘Sangue’ di De Rienzo.
Il film in questione, ‘Rapsodia Satanica’, è di Nino Oxilia, del 1917 e i nostri ragazzi lo rendono con un piglio orientaleggiante e luciferino che infonde quasi tutto, fin dalla iniziale0I.
La migliore però è la barocca VIII portata avanti da un piano e una chitarra (che sembra più un sitar) con un andamento quasi militare. XVII aggiunge un filo di elettronica al tutto, pur andando su tonalità più ritmate e meno oscure di quanto ascoltato in precedenza, con trombe e riff di chitarra che ormai potremmo davvero definire “stile Giardini”.
XXI invece va quasi su atmosfere alla Keith Emerson (mi viene in mente il suo lavoro per ‘La Chiesa’ di Argento), un’ossessione di voci in crescendo, campane, atmosfere splendidamente lugubri.
Come ascolto separato dalla visione del film, ‘Rapsodia Satanica’ stupisce, riuscendo a convincere grazie alla varietà e all’ottima scrittura che lo permea. Consigliato.
Voto: 8
Damiano Gerli
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