(Sussidiaria 2015 )
La prima volta che ho ascoltato Inverno di Felpa ho pensato “Ahahahahah, quale ironia!”. Poi ho riascoltato meglio e mi son detta “Ah però, bel pezzo. E il lato b è una cover distorta di Rimmel di De Gregori… coraggioso!”. E così vado avanti nell’ascolto e scopro che tra i pesanti strati di chitarra shoegaze, le melodie simili che si rincorrono e riciclano a vicenda e i testi malinconici e italian–decadenti c’è Daniele Carretti, chitarrista degli Offlaga Disco Pax che è al suo secondo album da solista. Mi piacciono i testi “loser” di Daniele, sono intimi, struggenti e ripetono sempre la parola paura probabilmente per esorcizzarla, tant’è che sono inseriti in contesti positivi come Iverno o Paura Mai (i due punti più alti del disco), che istigano al coraggio anche dopo un abbandono.
Ora però una nota dolente: ho ascoltato Felpa live al Locomotiv di Bologna. Apriva a Rachele Bastreghi e ho avuto serie difficoltà a seguirlo. I suoni coprivano interamente la voce, non si sentiva nulla se non un muro di chitarre continuo. Un live del genere compromette davvero il giudizio. Me ne sono andata frustrata e con una perplessità: ma d’estate, Felpa (e se la mette davvero la felpa) come fa?
Voto: 8
Rachele Paganelli