(Autoproduzione 2014)
Quanto mi mancava una certa ruvidezza acustica. L’Italia sta attraversando un momento pieno di suoni impalpabili, tra il pop dance, gli anni ’80 e le chitarre piangenti.
Anche Tommaso (pisano, cofondatore dei Criminal Jokers) usa in questo disco d’esordio, ‘Piena’, suoni elettronici e anche new wave ma mi riporta agli anni ’90, dove c’era la chitarra ruvida in primo piano che accompagnava una voce sgraziata e spesso stonata.
Il disco si apre con L’ Immagine, un pezzo molto a la Afterhours dove aleggia proprio l’idea di qualcosa che non ce la fa a prender quota, il ruolo del perdente.
La tua tranquillità è una nenia elettronica sull’abitudine, su ciò che succede agli amanti dopo la passione. Devo dire che a volte soffro il cantato, forse non voluto, in stile Appino perché mi rimanda agli Zen Circus già legati a filo doppio con i Criminal Jokers.
La cosa che mi piace di più di quest’album è che unisce una chitarra ruvida a quell’elettronica mai delicata, sempre oscura tanto da dare al disco un tono diretto ed ombroso, a tratti lunare ed inquietante, un lavoro sonoro che rispecchia pienamente la crudeltà e l’essenzialità dei testi. Tommaso ha un grande pregio: sa quando e dove spingere sia con i suoni che con le parole. Pur rimanendo sempre in perfetto equilibrio, riesce a misurarsi senza diventare noioso.
Il punto più alto è Hoj, in fondo a chi non piace la malinconia, lo struggimento di un amore perduto? “Ma ogni tanto rimetto i piedi a terra, mi ricordo di essere solo, mi ricordo di essere solo”.
Voto: 8
Rachele Paganelli