(Boring Machines 2015)
L’oramai ampio sdoganamento delle pellicole italiane d’annata/dannate tra “mondo movie”, horror e polizi(ott)esco ha prodotto di rimbalzo anche nei nostri sotterranei musicali il farsi di un florilegio di calibri, città violente, film cannibalici.
Gli Squadra Omega − tre figuri che sembrano usciti dalle pagine di “Gong” e che usano nomi fittizi, manipolando chitarre, tastiere, flauti e effettistica varia – uniscono Roberto Bianchi e Aristide Massaccesi in sei corposi brani grondanti psichedelica occulta, umori umidi da giungla tropicale (cfr. The Flood Makes No Distinction Between Beggars and Kings), fluide chitarre gilmouriane e rintocchi lugubri di piano (cfr. Man’s Empire Ends At The Waterline). Non mancano pure echi distorti dei Doors (The Answer That Fits The Question Is Nothing).
I titoli sono figurativamente evocativi (I Can See Clearer Now That The Fog Has Come), come si conviene ad una colonna sonora: “Lost Coast” è infatti il commento a un documentario del regista statunitense M.A.Littler, A.D. 2013 (che il recensore non ha visto).
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Voto: 7
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