(Navova 2015)
Compositore e pianista, l’inglese Lionel Sainsbury riversa tutta la sua conoscenza e il suo amore per lo strumento in questi brani (penso soprattutto alle Fantasie andaluse e cubane) che di primo acchito aggrediscono l’ascoltatore con cascate di note ad alto tasso di virtuosismo, che insieme raccolgono – trascinandoli in un flusso continuo dal profilo apparentemente spontaneo, ora convulso e potente, ora delicato e sfumato – matrici colte (il lirismo di un Chopin o di un Barber, il pianismo di un Rachmaninov o di uno Scriabin) e influenze tematiche, ritmiche e armoniche provenienti dalla Spagna, dal Sud-America, dal jazz e dal blues afro-americani: mondi per cui l’Autore rivela una profonda attrazione, e che donano ai brani stessi quel misto di gioia e malinconia che, variamente, li contraddistinguono. Ma Sainsbury è capace anche di sintesi, com’è evidente dalla Suite sudamericana, dal bellissimo Notturno e soprattutto dai dodici Preludi. Qui la scrittura si fa più tersa, l’espressività concentrata; gli incisi melodici e ritmici lasciano il segno, imprimono un carattere definito al brano, sempre oscillando tra gli estremi, mai veramente opposti, dell’allegria e della nostalgia. Mai rinuncia, il Nostro, alla cantabilità, neppure nelle fasi più concitate e intense; né all’esaltazione del puro piacere di lasciarsi guidare, senza preconcetti limitanti, da un’ispirazione musicale che mai sembra abbandonarlo.
Voto: 7
Filippo Focosi