(Autoproduzione 2015)
Bettie Blue è stata “Uh, come la canzone di Mal”. Ovviamente i due mondi sono totalmente diversi ma è bello pensare che un nome così dolcemente anni ’60 accompagni il primo disco di questo duo torinese, chitarra e batteria, che passa dal rock grezzo al blues prodotto dal quarto Verdena Omid Jazi.
Quest’album sembra la fusione concreta di White Stripes e primi Verdena. Un rock ‘n’ blues acido e distorto spesso sfociante nello stoner ma meno potente ed incisivo dei due genitori che l’han partorito. Otto brani veloci, tre in inglese. Non amo molto questa dualità di scrittura in un album ma comprendo la difficoltà di scrivere pezzi rock in italiano anche se le immagini che scaturiscono dai testi in italiano in questo caso sono nettamente migliori di quelle in inglese. La persistenza della memoria è una bella riflessione su un ricordo d’amore. Poetica ed intensa. E poi l’oblio in Opera tua, mostri interni ne Il mio personale mostro di Lochness.
Everything but you è il primo singolo, un botta e risposta rock ben rappresentato anche nel video. Un buon inizio anche se la sensazione generale è un “mi manca qualcosa”. Troppo scarno e troppo poco incisivo.
Voto: 8
Rachele Paganelli