(La fame dischi 2015)
Simone mi odia (già chitarrista dei Petramante) in questo album solista è una sorta di astronauta e su Saturno ha fatto i bilanci di vita (Betoniera), trovato la perfezione (e la depressione) nella terza canzone che, come dice lui in Betoniera, è sempre la più bella (Cuori Quadri Fiori Picche) e leggerezza, o se volete, assenza di gravità (La nuvola e la fragola). Su Saturno ha anche incontrato un rassicurante Tenco (Com’è difficile). La voce di Simone è un po’ acerba e passeggia su testi cantautorali di vecchia scuola e testi slogan clichè della nuova generazione. SRi mescola alle chitarre sempre in primo piano, acustiche e dilatate, spigolose e potenti, altre rock n blues ma tutte galleggianti in una galassia morbida di piani elettrici, batteria, basso. Non aggiunge nulla (va a mettersi in quella fila di cantautori trasognanti come Colapesce o Carnesi) ma non toglie, e ha quel gran pregio di sapere dove può spingersi. Più Mercurio che Saturno.
Voto: 6
Rachele Paganelli