(Navova 2015)
Seguendo l’esempio di altri celebri autori americani – il caso di Charles Ives, famoso assicuratore prima di essere celebrato per le sue opere musicali, fa sempre scuola –, Lee Actor, classe 1952, si è diviso tra la carriera di ingegnere elettronico e quella di musicista, prima di dedicarsi unicamente a quest’ultima e, a quanto pare, con notevoli risultati. Come ben dimostra la Sinfonia N.3, pervasa dall’inizio sino alla fine da un’atmosfera densa di oscure premonizioni, avvallata da una scrittura tesa e nitida, da sonorità rarefatte che preludono a potenti climax; se la fitta attività contrappuntistica fa pensare a un William Schuman, l’incedere implacabile e distaccato in cui l’autore talvolta indugia, non disdegnando il ricorso a una circolarità motivica di stampo minimale, richiama il Philip Glass sinfonico. Una forte tensione si avverte anche nel primo movimento del Concerto per pianoforte e orchestra, tutto giocato sull’alternanza tra fraseggi pianistici marziali e altri improntati a una maggiore limpidezza, come pure tra possenti crescendo ritmici orchestrali e fasi di distensione armonica. Di carattere più lirico è il movimento centrale, dominato da una melodia in staccato che lentamente e sinistramente si insinua nelle maglie orchestrali e si distende in una profusa cantabilità. Implacabile è invece l’Allegro conclusivo, ricco di quegli ostinati ritmici che pure abbondano nel Divertimento, e che qui Actor utilizza per risolvere le tensioni accumulate in funzione energetica e propulsiva; affermativa, come la musica di questo CD, in ciò tipicamente americana, nel complesso suona.
Voto: 7
Filippo Focosi