(Under My Bed, Eaten By Squirrels, 2015)
Eccezion fatta per la traccia d’apertura, che regala l’idea di come potrebbe suonare il post-punk interpretato dagli Weezer, il nuovo disco dei Prague, ‘The Great Dark Nothingness’, è un disco decisamente indie-folk, anzi è decisamente un perfetto disco indie-folk. Perfetto perché di solito siamo abituati a menate allucinanti su amori finiti male alla Bon Iver o Damien Rice. Invece qui troviamo le istanze più disparate, dai Blue Mountain di ‘Dog Days’ ai Death in June, da Neil Young fino al Ryan Adams di ‘Gold’. Effettivamente non c’è molto da dire, un disco maturo, sofferente e delicato, un disco da ascoltare da soli per farsi cullare in quella dolce oscurità che solo del folk di qualità può regalare. Certo, se di norma i vostri ascolti comprendono tonnellate di doppia cassa, distorsioni infernali e cantati scream, allora non credo che questo disco possa portarvi in territori di grande introspezione, però se c’è del cuore dietro quelle facce da bestie di Satana, allora mettetevi sdraiati sul letto, chiudete gli occhi e ascoltatevi i Prauge, male non potrà farvi. Buon ascolto.
Voto: 8
Davide Giustozzi
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