Chefkirk / Andrew Quitter ‘Kaiju Manifestos’


(Eh? 2015)

Roba aguzza di quella che taglia, registrata ad Eugene
nell’Oregon.
Tra frenate digitali, spippolamenti alieni, distese
di desolata paranoia, progressioni e inceppamenti d’ingegno homemade,
l’arte del cesello feedback, il suono del nulla che riprocessa il
nulla.
Cinque stanze per cinque supplizi.
In cupa sospensione
(The Hedorah Strut), battuta/agguato (Spatial Surface),
drone/oscillazione/ossidazione (Plastic Synthesis), punente
tabula rasa (la conclusiva Recreation, Multiplication,
Expansion
).
(Trattenuto) minimalismo noise in modalità
allucinatoria (incombente).
Chi produca questa o quella frequenza,
non è dato sapere.
Il suono di mille garage o studi
casalinghi in costante febbrile ricerca.
Talvolta presa, poi
lasciata e ripresa.
Non tengo a capa a posto?
Non tengo a capa
a posto.
(con tendenza al rialzo dopo il tramonto).

Voto: 7

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