(schraum 2015)
Le composizioni di Elisabeth Fügemann per trombone (Matthias Muche), violoncello (la stessa Fügemann) e contrabbasso (Robert Landfermann) sono qui eseguite in collaborazione con le improvvisazioni di Philip Zoubek (piano preparato) ed Etienne Nillesen (percussioni preparate). Il titolo del disco si riferisce proprio alla possibilità di trasformare un trio in un gruppo con più o meno strumentisti (in un duo o in un quintetto). La sperimentazione è a tratti interessante, anche se il risultato sonoro non è granché innovativo. L’album si fa apprezzare soprattutto per alcuni squarci di intenso intreccio armonico, come per es. in quinten in quintet, per il contrasto tra la base ripetuta di basso e trombone e il nervosismo del violoncello in quinten in trio, per i momenti di libera improvvisazione di gruppo (duo, granulat e autro, che è però un po’ lunghetta) e, in generale, sia per l’apporto di un misurato rumorismo a un tessuto timbrico di per sé sostanzioso sia per il gioco delle dinamiche: l’effetto descrittivo di f-i-sch (ovvero, letteralmente, “p-e-sce”) è tutto basato su un crescendo di intensità e volume che si blocca improvvisamente verso la fine. A volte fa addirittura capolino, un po’ sommessamente, un accenno di swing (per es. in kugel e duo), e la cosa non guasta.
Voto: 6
Alessandro Bertinetto