(Navona 2015)
In questo pregevole CD Navona, l’ottimo St. Helens String Quartet fa luce sulla produzione per quartetto d’archi della generazione “di mezzo” dei compositori americani del Novecento, mai troppo inclini per la verità a misurarsi con tale forma, quanto meno prima dell’avvento dei minimalisti, che al quartetto hanno affidato (negli anni Ottanta) le loro opere più mature e compiute. I due protagonisti principali di questa selezione – Peter Schickele e Ken Benshoof – sono due autori accomunati dalla maestria nel mescolare alto e basso, colto e popular. Entrambi, nelle composizioni qui presentate, lavorano di fino su materiali di chiara ascendenza blues, country e jazz, elaborandoli quel tanto che basta per elevarli alla dimensione onirica cui il titolo del Cd allude. Ma senza che l’artificio compositivo oscuri quella genuinità e sincerità d’espressione, quella poesia dell’ordinario che le loro opera celebrano. Con procedure non troppo dissimili da quelle adottate dai Pop-artists nel campo visuale, e con delle sottili differenze stilistiche di approccio: più ironico e demodé quello di Schickele, più aderente al proprio contenuto musicale quello di Benshoof. E se la breve suite del più giovane Bern Herbolsheimer si pone sulla loro stessa lunghezza d’onda, giocando su brani brevi dai temi accattivanti e dai ritmi smaliziati, i due pezzi di Janice Giteck, altra figura di primo piano nel panorama musicale colto americano, nel loro guardare a modelli Sei/Settecenteschi e nell’essere pervasi da un elegiaca raffinatezza di scrittura, offrono momenti di fulgida e contemplativa bellezza. Tasselli che concorrono, insieme alle puntuali “liner notes” e alle splendide ed evocative immagini di copertina (Nonché del libretto, ricco di illustrazioni d’autore che ci immergono da subito in un clima rurale e incantato), a completare il puzzle, facendone un prodotto discografico di primo livello; sicuro candidato tra i migliori CD dell’anno.
Voto: 10
Filippo Focosi