(Bird’s Robe 2015)
A tre anni da “Something that you feel will find its own form” i Dumbsaint tornano sul luogo del delitto con un album di post-metal, interamente strumentale denso e che non lascia nulla di intentato, nè al caso.
Il quartetto australiano anche questa volta ha lavorato in funzione della realizzazione di un film, su cui lavoreranno soltanto i quattro membri del gruppo.
Il sound di “Panorama, in then pieces” appartiene allo stesso filone dell’asse che va dagli Swans agli Isis, passando per i Tool e per tutta la tradizione del post-rock.
I brani sono, infatti, spesso dilatati e con derivazioni più o meno psichedeliche, a volte con un’inclinazione epica (Low visions), altre con una tendenza al surriscaldamento (Of no return).
Il post rock emerge nella sua interezza soltanto in Graceland, mentre in Cold call il metal spezzettato e sovraeccitato aumenta la tensione.
Voto: 8
Vittorio Lannutti