(Sick Room 2015)
Gran bell’esordio per questo trio femminile di Athens. Le Motherfucker non guardano in faccia a nessuno e sparano il loro punk vorticoso senza fare sconti.
Evocando i fasti delle riot grrrls degli anni ’90 le Motherfucker si rifanno alla scuola del noise-punk degli anni ’90 di Chicago, per cui in questi nove confetti troviamo tutto lo scibile di cui ci hanno edotti Shellac, The Jesus Lizard, L7 & co.
Tra momenti precipitosi (I’m fucking dick dale) e richiami al miglior indie-noise degli anni ’90 (Wild cherry nightmare), il trio si lascia andare anche a momenti industrial (Good time).
Tuttavia, il pezzo migliore del lotto è Nobody leave this place without singing the blues, nella quale vengono miscelati sonorità dell’asse Shellac–Uzeda, con le vibrazioni post-punk degli ultimi Mission of Burma e le tensioni grunge.
Insomma si tratta di uno dei migliori esordi del 2015.
Voto: 8
Vittorio Lannutti