(Aut Records 2015)
Questo è un gran bell’album (di musicisti italiani). Ben congeniato, ben assortito, ben eseguito. Si fa notare per la varietà delle situazioni espressive e delle articolazioni ritmiche, e soprattutto per la notevole energia e intensità che non lo abbandona anche nei momenti più ‘sottili’ (prima della fine di Acid Rain per es.: quasi una musica descrittiva della pioggia acida che cade). Il mix fra l’elettronica, le percussioni, le distorsioni della chitarra elettrica, la timbrica calda dei sassofoni, la chitarra elettrica e, in 417 (Home), la voce di Laura Capiello è decisamente indovinato, così come vinta è la scommessa musicale di avvicendare passaggi e paesaggi sonori sperimentali (a volte eterei, a volte tendenti al blues), atmosfere quasi fusion, momenti swing e, come in Gas Panic, accenni rock-punk che sfumano in echi lirici colmi di malinconia, per poi dileguare in un rabbioso, ma controllato, sfogo free prima di riprendere il rock-punk dell’inizio e spegnersi nel nulla. L’equilibrio tra composizione, improvvisazione e post-produzione è degno di nota: la musica scorre che è un piacere e il disco merita il plauso di critica e pubblico.
Voto: 10
Alessandro Bertinetto