(AMS Records 2016)
D’acchito, senti …On A Dark Cloud e pensi: ma i Pink Floyd, questo pezzo dove l’hanno tenuto nascosto per tutto questo tempo? L’adesione dei tre sopraffini musicisti Enrico Gabrielli (qui soprattutto all’organo, al Fender Rhodes, ai fiati, ai cori), Roberto Dell’Era (basso, chitarra dodici corde, voce) e Lino Gitto (batteria, tastiere, cori) alla temperie progressiva dei Settanta è perfetta (She’s My Face è puro sentire Hatfield and The Nord). L’abilità oramai certificata di Gabrielli come arrangiatore è palpabile, nel dare corpo a trame intricate, ma mai cervellotiche (cfr. A Reason For Goodbye o 番号番号(NUMBER NUMBER), quest’ultima cantata in giapponese); la voce di Dell’Era è mimeticamente (diabolicamente?) Syd Barrett/Richard Wright/Robert Wyatt (Dancing In The Park With a Gun o Tarmac).
Si può sostenere che il “drumming” vintage di Gitto sia il punto di contatto più diretto con il progressivo italiano – Viaggio nel suono a tre dimensioni, Michi Dei Rossi ne sarebbe stato fiero.
Immancabili, per i numerosi amanti di queste musiche ancora avventurose.
Voto: 8
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