(Innova 2015)
Giunto alla seconda prova discografica per la Innova, il consolidato duo formato dalla flautista Mimi Stillman e dal pianista Charles Abramovic si cimenta con un programma incentrato sul concetto di libertà, che nel caso del primo compositore eseguito, Mieczylaw Weinberg, riguarda la condizione che questi, in quanto compositore sovietico attivo soprattutto nella prima metà del Novecento, dovette affrontare di fronte a un regime oppressivo che condivise con i contemporanei Prokofiev e Shostakovich. Rispetto a questi, tuttavia, Weinberg, autore eclettico e giustamente riscoperto negli ultimi tempi, si distingue per una vena lirica assolutamente personale, felicissima, ispirata, come quella che sorregge i cinque pezzi per flauto e pianoforte, attraversati da vivaci ritmi di danza ma soprattutto guidati da melodie ricche di inflessioni folkloristiche e contraddistinte da una commovente joie de vivre. Emotivamente riservata, la sonata di David Finko presenta una scrittura tersa, cristallina, concentrata. Ritmi scattanti e figurazioni melodiche dal profilo ben definito, ancorché talvolta “sghembo”, si muovono, senza mai prevalere le une sulle altre, su un paesaggio rarefatto, costruito su pochi, incisivi accordi. Il Trio di Richard Danielpour, per il quale Stillman e Abramovich sono raggiunti dalla violoncellista Yumi Kendall, è forse l’apice emotivo del Cd. Ampi archi melodici, costruiti su scale di ascendenza mediorientale, sono latori di un’espressività dolente, ma anche di una promessa di riscatto, ravvisabile nella bellezza incantatoria del loro incedere e raffinato intrecciarsi.
Voto: 8
Filippo Focosi