(Piccola Orchestra Records 2015)
Originale, suggestivo, onirico. Ecco come descrivere in tre parole l’album “Danze d’autunno” del Trio Immaginario, formazione composta dal chitarrista Roberto Bindoni, dal sassofonista Matteo Cuzzolin e dal batterista Nelide Bandello. La scelta poco abituale (e forse rischiosa) di rinunciare al sostegno del basso, privilegiando il dialogo tra due strumenti come la chitarra e il sax, che si muovono con leggerezza in un registro medio-alto, risulta vincente. La necessaria “polpa” ritmica ce la mette la batteria, utilizzata come una terza voce espressiva. I brani, a partire dalla dolente Sevillana vanno a costituire l’ideale colonna sonora di uno spettacolo che va in scena nella mente dell’ascoltatore. Spazi sonori rarefatti in Everybody Becomes G e in Danse Surrealiste, dove il sax occupa garbatamente ma con fermezza la scena; intrigante Regular and Goofy, che passa con disinvoltura dalla ripetitività ipnotica della frase iniziale, in un tempo dispari, a una struggente declamazione del sax; Fantasie Turche mantiene un’impronta improvvisativa, non cadendo però nell’autocompiacimento e trovando anzi nella scrittura dal sapore orientaleggiante il suo fuoco; più prevedibile invece L’equilibrista. Il disco si chiude con Riflessi di Kadjan, pezzo al contempo originale e molto melodico, forse uno dei migliori dell’album. Bel lavoro, che mette voglia di prendere la macchina, alzare il volume e lasciare che la musica si fonda semplicemente con il paesaggio.
Voto: 8
Stefano Oliva
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