(Creative Sources 2015)
Un trio che in realtà è un quartetto,
voce/trombone/tromba (Arin Dodò), chitarra/fx (Luca
Brembilla), sax tenore (Phillippe Lemoine), batteria
(Samuel Hall).
Sette istantanee ululanti registrate a
Madrid, che ti si piazzano nello spazio di ascolto e cominciano a
strattonarti energicamente senza tanti preamboli.
Improvvisata
radicale, di martello e spigoli, dispettosa quel che basta.
Scorie,
scarti e allucinazioni, ma di rider la voglia scappa.
La matrice
europea occhieggia, come pure distorti sbocchi (noise)rock,
parodistiche licantropie terminali alla Minton, folk sfasciato
andaluso e lugubri balbettamenti che si posizionano in zona blues
Neubauten (berrò troppo?).
Dimenticavo l’elemento
elettroacustico da roditori e ingrippo citofonico.
Tirano calci e
si azzuffan in gaia libertà, perlomeno a scartavetrar qualche
obsolescenza di settore ci provano.
E a noi patiti del dolore
questo aggrada assai.
Tra l’imperfezione ed una rugginosa
vitalità.
Non è un nulla.
Voto: 7
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