(Bosco Rec 2016)
Sintetizza e riepiloga schianto e tonfo fra dentro e fuori “Radio
Stridentia”.
Per l’ennesima volta, ma con maggior (parrebbe)
ambizione strategica.
Al solito e al netto di fraintendimenti,
sempre/comunque da posizione defilata.
L’esposizione in piena luce
ad accentuarne la frenesia del movimento di fuga.
In equilibrio
fra rovina elettrica e scomposizione/fessurazione digitale.
Fra
l’abraso (post) rock/noise/industrial di “Poesia Totale Dei
Muscoli” / “Mezza Luna Piena” / “Bluviola”
e le movenze rattrappito/strappate (casalinghe/ululanti) di
“Fragranze Silenzio” / “Cielo Inchiostro” /
“Rapida E Indolore”.
Otto tracce di pulsazioni
sottopelle, frenetiche non controllabili e pause, fra il detto e il
non detto (accensioni mute e istanti al limitar dell’alba con il
lavoro che attende poco lontano).
Di pelle/bisogni e stupori
estatici non richiesti di fronte a cui la parola cede il
passo.
Sfondi grigi, carotaggi dell’animo e piccoli primitivi atti
di crudeltà quotidiana che lasciano il
segno.
Relazioni/contrazioni/assenza di feedback.
Con il cielo,
che a questo giro come nel Broadrick di Jesu, non
riesce più a contener se stesso e si sbrindella color
porpora.
Revenge Is A Bliss fra metalli
scampananti/siderurgici, distorsioni e spaesamento in technicolor
sparato/sbiellato.
Un paio di numeri d’assalto metal, privi di
ogni anabolizzante (Gnawed The Bone di furia gran lusso e La
Catena Della Sopravvivenza, che sfiamma vertigine inesplicabile
nella cubatura domestica, seduti al tavolo finestra aperta).
Dorella
(anche in Gnawed) con l’e-bow di Francesco Lurgo
(Fleur) a portar in una lussureggiante giungla Scorn in
Così Come La
Pioggia.
E
piccoli risvegli da anestesia di dolorosa (imprevista/pacificatoria)
lucidità (la vampa New Order che inchioda lo strascicar
di piedi Cobain di Go Home Gods, You’re Drunk, le
ossidazioni della cover Seems So Long Ago, Nancy di
Cohen, le – gioie a perdita d’occhio – in distorta nube Curtis
/ Hook / Sumner / Morris della conclusiva
Inciampare Sui Propri Piedi).
Atti migratori intercettabili
tra il fitto grigio delle nubi, sopra insignificanze quotidiane e
pause di deglutizione trasecolata.
Non oggi ne domani, una
costante.
Voto: 8
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