(SonicaBotanica 2015)
Su Giovanni (o La Jovenc) si dovrebbe scrivere un capito solo per quanto riguarda la biografia. Non ho mai amato abusare di parole per quanto riguarda la presentazione di un artista quindi mi limiterò a farvi dei nomi e a riassumere molto: Barry Adamson (collegato a sua volta a David Lynch), Billie Holiday, musiche per reading/poesie/cortometraggi/film muti/ colonne sonore (il regista Bruce La Bruce sceglie il suo brano “Going home” per la colonna sonora del film “Otto, up with dead people” condividendo lo spazio con altri artisti ad esempio Cocorosie and Anthony and the Johnson).
È difficile descrivere un disco così variegato. Ogni volta cerco di dare immagini più che fare una perizia tecnica. Ecco, avrei visto bene questo cd come colonna sonora in un film di Kubrick. C’è un tappeto di emozioni, vibrazioni e deliri che si mescola ad uno scenario tra classica, elettronica, ambient e fantasmi. Il primo fantasma è molto sensuale ed inquietante in Cafe Richmond poi quasi ottocentesco e classicheggiante in Waves that never will be heard (con tanto di voci bianche e tenori), in Tremor 1 è anni ’90 e ti spinge sotto cassa per poi chiuderti in una gabbia solitaria e malinconica (The Cage) e farti uscire a ballare con spirito soul (almeno per quanto riguarda il cantato) nella bellissima conclusioneLet’s go minimal . Questo è un disco spiazzante, i brani sono mondi a sé stanti apparentemente slegati ma uniti da un filo elettrico e vibrante. Energia, movimento e tensione nervosa. Giovanni di questo disco ha rivelato poco e ha fatto bene così. Qualcuno dice che sia difficile seguirlo. Solo in apparenza, per quanto mi riguarda, in questi casi basta solo abbandonarsi al ritmo, sentire/percepire e far arrivare le immagini.
Siamo noi i registi di questo film. Genere: tensione minimale e corto circuiti.
Chapeau Giovanni.
Voto: 10
Rachele Paganelli
Giovanni Dal Monte Facebook Page