(Through Love/Goodlfellas 2016)
L’embrione degli Ulrika Spacek è nato a Berlino, grazie all’incontro di due musicisti berlinesi Rhy Edwards e Rhys Williams, ma sono diventati un gruppo, soltanto dopo che si sono trasferiti a Londra, dove sono entrati in contatto con gli altri tre elementi della band.
Il gruppo ha un piglio decisamente accattivante, grazie alla capacità di coniugare il rock psichedelico, con elementi di shoegaze, influenze velvettiane e i tanti richiami al miglior indie rock degli anni ’90.
Spesso pulsanti, la loro psichedelia non sempre rilassa, perché alla base c’è sempre dell’insofferenza, soprattutto se il brano è caratterizzato da momenti ridondanti con fughe in avanti e repentini ritorni indietro (Beta male). Altri momenti di intriganti ossimori gli US ce li regalano quando coniugano la delicatezza dei Cure con l’insofferenza propria del revival post punk che sta impazzando in questi anni.
Le pulsanti vibrazioni della loro giovane età e la devozione a certe sonorità del passato li rende molto godibili, soprattutto a chi è cresciuto con il miglior indie degli anni ’90.
Voto: 8
Vittorio Lannutti