(Aagoo 2016)
Terzo lavoro per gli abruzzesi Intutili, che, al contrario del nome, sono assolutamente utili alla musica contemporanea, dato che stanno dando molto ossigeno al rock contemporaneo. Il loro approccio, confermato anche in questo lavoro è quello di sperimentazioni non fini a sé stesse, ma complementari alla pienezza di molte sonorità contemporanee e del passato.
Rimasti in tre, sono sempre instabili e con tanta voglia di mettersi in discussione, ma soprattutto di cercare nuove strade, e continuano a muoversi negli ambiti della musica con un approccio non dissimile da quello dei Motorpsycho e dei GodSpeed You! Black Emperor e addentellati.
La psichedelia continua ad essere un punto di riferimento essenziale per il trio teramano, ma le commistioni, i rimandi, i feedback e le capovolte sono tante in questi dodici brani. I tanti frangenti evocativi di Red spider fever o della velvettiana On acid days, sono smentiti dalle improvvise rotture noise di Robots.
In questo disco c’è spazio anche per il noise-post rock riletto a modo loro, ovvero creando un’asse ideale tra la Chicago dei June of ’44, la Vasto/Pescara del Santo Niente e la Francia degli Ulan Bator nella fragorosa e confusamente eccitante The screaming nature of a criminal. Eccitante, quanto spiazzante il cambio repentino avviato con We can stop the ocean for a swim on the way, dove si parte da sonorità vicine a quelle degli Swans meno mistici per approdare sulle lande di un post rock poco ortodosso.
Accenni di jazz si intravedono nella delicata e arzigogolata Definitive decisions e il trio torna ad utilizzare elementi di elettronica sperimentale (Surfing automa), mentre con Spirites il trio raggiunge l’apoteosi della sperimentazione, miscelando tribalità circolari e noises altamente disturbanti.
Finora uno dei migliori dischi italiani dell’anno!
Voto: 9
Vittorio Lannutti