Intervista ad Antonello Cresti creatore del progetto ‘Solchi Sperimentali Italia’.
09/04/2016: Dopo un tour di presentazioni in giro per la provincia maceratese, in cui lo scrivente ha avuto il piacere di incontrare e chiacchierare con il critico musicale Antonello Cresti, la quadratura del cerchio viene affidata ad un’intervista per Kathodik dove il nostro ci racconta del fondamentale tomo ‘Solchi Sperimentali Italia’ con annessi e connessi.
1. Come è nata la parola solchi sperimentali? Da qui, come è nato il libro ‘Solchi sperimentali’? Come una matrioska: come è nato il libro ‘Solchi Sperimentali Italia’?
L’idea di base era quella di fare una doppia allusione: quella evidente è ai solchi vinilici (e anche la grafica di copertina rimanda a questa idea). Però, anche perché non di soli vinili si parla, prendendo in esame un periodo di circa cinquanta anni, mi interessava alludere a qualcosa che lasciasse una traccia. Gli album di cui parlo spesso non hanno avuto successo, ma hanno rivestito influenza, hanno insomma lasciato un segno del loro passaggio. Ho messo nel primo volume venti anni di miei ascolti, di passioni e di scoperte ed è giusto dire che il secondo volume è nato come una matrioska (anche se è venuto più grosso della “madre”).
2. Dammi una definizione di musica sperimentale.
Oddio… Le definizioni le odio! In questo ambito poi mi appaiono anche molto fuori luogo, perché de-limitare la creatività è una cosa che indebolisce il senso di una operazione. Ad ogni modo come ho già affermato altrove a me piace pensare alla sperimentazione come ad una attitudine esistenziale che inevitabilmente si ripercuote nell’opera creativa. Chi in qualche modo sceglie di essere “altrove” rispetto alla “Megamacchina”, finirà per dire qualcosa da una prospettiva diversa anche in ambito musicale. Questo dato peraltro emerge con gran forza dalle tante interviste presenti in “Solchi Sperimentali Italia”.
3. Con questo libro, ‘Solchi Sperimentali Italia’, hai praticamente mostrato che esiste da molti anni una via italiana alla sperimentazione che non si è mai spenta ma anzi ha saputo mantenersi viva e vegeta oltre che “attivamente sperimentale”. Con la tua ricerca hai riportato alla luce e alla ribalta un modo di essere, uno stile italiano alla musica altra. Rivedendosi nel tuo libro secondo me i musicisti hanno capito che sono portatori di un valore forte e importante nel riprendere stili e generi musicali ascoltati e conosciuti e adattarli allo stile italiano. Attraverso la scelta degli artisti inoltre ho notato che hai saputo combinare molto bene l’offerta musicale con il gusto per la ricerca. Che ne dici? Condividi questa visione?
Beh, non posso che ringraziarti di cuore. Non so se sono riuscito ad adempiere a questo ruolo, però non ti nascondo che dentro di me sono sempre animato dalla volontà di costruire piccole reti che si muovano con spirito di reciproco supporto. Una delle cose che mi ha emozionato di più in questi mesi è vedere che molti, non tutti, ma molti, hanno accolto questo stimolo con grande entusiasmo. E questo sta aiutando anche la mia opera di divulgazione.
4. Nel libro ci sono tantissime interviste, 170 per la precisione. C’è stato qualcuno che non ha voluto essere intervistato o che non hai potuto intervistare?
Se non ricordo male tra me e i miei collaboratori abbiamo ricevuto tre dinieghi. Non faccio nomi, anche perché penso sia giusto concentrarsi su tutti coloro che volevano esserci. E mi spiace semmai per chi non sono riuscito a raggiungere, per chi ho incrociato dopo l’uscita del libro… Ma del resto Solchi Sperimentali è un work in progress e tutto può ancora avvenire, Guai a pronunciare la parola “fine”!
5. Scorrendo gli artisti raccontati e intervistati ho notato una spiccata predilezione per Franco Battiato e i suoi “figliocci”. Che ne pensi? Concordi con questa mia interpretazione?
Battiato è stato un musicista e un personaggio molto importante per la mia formazione di ascoltatore. Ritengo certi suoi lavori degli anni settanta straordinari e credo che debba esser dato credito di aver saputo coagulare attorno a sé un’area creativa estremamente interessante, che trovi tutta presente sulle pagine del libro. Camisasca, Cacciapaglia, Aktuala, Albergo Intergalattico Spaziale, Giusto Pio e molti altri… Non posso però tacere sul fatto che Battiato ha smesso di entusiasmarmi da circa venti anni (da “Gommalacca”) e che da un bel po’ semplicemente trovo incomprensibili certe sue operazioni e atteggiamenti. Un vero peccato per quanto mi riguarda.
6. L’indice è veramente interessante. Non lo hai stilato nella maniera classica, ma hai dato una tua specifica interpretazione con titoli quali: Spirali Tricolori, Rocce in Opposizione, Eccentrici Italiani, Magici Gruppi di Ur, e via di questo passo. Puoi spiegarmi qual’è stata l’idea che ti ha portato a questo indice?
Giocando sul mio odio per le definizioni ho deciso di inventare di sana pianta delle categorie. L’ho fatto con un certo gusto dada e facendo affiorare anche altre mie passioni extra-musicali. Alla fine se non si deve dire nulla, meglio farlo con stile non ti pare?!
7. Hai fatto più di 40 presentazioni in giro per l’Italia e ancora non sono finite; come ha reagito il pubblico alle tue presentazioni? Quali sono stati, se ci sono stati, i feeedback degli spettatori e/o eventuali lettori? Dove non sei stato ancora e vorresti andare?
Le presentazioni che sto facendo sono state una delle più grandi soddisfazioni che mi sia tolto sino ad ora. Per il numero di persone presenti (talvolta altissimo) e per la qualità umana di chi ho incontrato. Sapere che esiste una umanità diversa, resistente mi ha regalato un nuovo entusiasmo. Finora tutti mi hanno detto di aver molto apprezzato il mio lavoro, cosa che mi spinge ovviamente a non fermarmi. Vorrei andare… Dove ancora non sono andato. In particolare penso che la Sardegna meriterebbe un grande evento concertistico legato al libro.
8. Solchi Sperimentali Italia non è oramai solo un libro ma si è evoluto e si sta ancora evolvendo. Precisamente in che cosa si sta declinando il concetto Solchi Sperimentali Italia?
Come dicevo prima Solchi Sperimentali è una cornice concettuale. Ci sono i libri, poi c’è un gruppo facebook, poi un canale youtube, una rubrica sul sito Psycanprog, presto una web radio, e poi…
9. Chiudiamo con la “solita” domanda di rito: dopo Solchi Sperimentali Italia quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto già lavorando su tre nuovi progetti. La prima cosa sarà un libro a metà tra guida di viaggio e diario che racconta i miei viaggi a giro per Inghilterra e Galles. Si chiamerà “Ho trovato l’Inghilterra!” e mi auguro di farlo uscire in tempo per le vacanze estive. E’ una cosa molto diversa dai miei libri musicologici, ma come per Cope, mi auguro che si comprenda che lo spirito è lo stesso… E che anche qui si possano fare buone scoperte!
Link:
Pagina Wikipedia Antonello Cresti
Pagina Crac Edizioni
Pagina Facebook Solchi Sperimentali Italia
Canale Youtube Solchi Sperimentali Italia
Rubrica Solchi Sperimentali Italia sul sito Psycanprog