(Ammiratore Omonimo Records 2015)
Nato da un concerto tenuto alla Riunione di Condiminio nel 2010, e non volutamente caduto nel dimenticatoio perché “venuto bene” come suoni e affini, questo disco viene fatto uscire ora dai Vonneumann e posto all’attenzione dell’ascoltatore. Improvvisazione radicale che seguiva, come ci raccontano, l’uscita dell’album ‘il de’ metallo’, con due brani rielaborati per l’occasione, che collegano questi anni passati, improvvisazione radicale che per questa uscita in alcuni punti è stata risistemata in studio. Tra Requiem per Foroppo, Giancarlo International e via discorrendo, un bordone continuo di note sporcato da intrusioni e intromissioni, dilatato, a tratti ambient; Droh quasi noise, urticante, estraniante e chi più ne ha più ne metta, il tutto raggruppato in una caciara piacevolmente sbandierata all’ascoltatore; Io rullantaro progressione di percussioni che invoglia a lasciarsi andare per poi drizzare le antenne con 8vvv8v, “falsa partenza” di note casuali che scivolano nella distorsione per poi ritornare in modalità casuale. In sette lupi e grachtengordel incompleteness, che vedono ospite Marco Carcasi, fine polpastrello digitale di Kathodik e rumorante di mestiere con i vari Kar, Rumore Austero e tanto altro ancora, che si prodiga nell’accatastare una scassata carriola di suoni arzigogolati, distorsioni penzolanti e fruscii invitanti; prelude to completeness lievi rintocchi e martelli mistici, fino a completene l’ultimo brano, una lenta ballata coronata da applausi sintetici a chiusura del cerchio.
Voto: 9
Marco Paolucci