(Navona Records 2016)
Interessante produzione per la casa discografica Navona Records, con un bellissimo cd dal titolo ‘Twentieth Century Duos’ che esplora il repertorio cameristico di due grandi compositori ebrei americani: Erich Wolfgang Korngold e Aaron Copland. Yuriy Bekker, violino, e Andrew Armstrong, pianoforte, si cimentano in un’ottima interpretazione di alcune significative composizioni dei due autori americani. Korngold austriaco di nascita ma naturalizzato americano, autentico prodigio musicale, divenne famoso in America e nel mondo, per le sue colte ed eleganti colonne sonore composte per Hollywood che gli valsero due Oscar, nel 1937 e nel 1939, rispettivamente per ‘Avorio Nero’ e ‘Robin Hood’. Lo stile segnato da un elegante cromatismo tardo romantico si riflette in tutta la sua produzione musicale, specialmente dell’ultimo periodo. La suite tratta dalle musiche di scena per l’opera teatrale ‘Much Ado About Nothing’ (Molto Rumore per Nulla), scritta a soli 21 anni muove dall’intenso lirismo di Maiden in the Bridal Chamber, passando attraverso l’ironica ieraticità della March of the Watch, l’amabile dolcezza della Garden Scene, sino all’influsso barocco della Hornpipe. Da ‘Die Tode Stadt’, sua prima opera, composta quando ancora risiedeva a Vienna, provengono gli altri due brani in cui il violino sostituisce ottimamente le voci umane donando colore, liricità, e delicatezza a queste splendide ed ispirate melodie. Aaron Copland scrisse la sua Sonata for Violin and Piano fra il 1942 e 1943, e si colloca nel periodo della imposed simplicity, che porterà Copland, col balletto Appalachian Spring del 1944, alla conquista del Premio Pulitzer. Lo stile pastorale dell’Andante Semplice rappresenta l’unicità stilistica di un pensiero compositivo che fece della semplicità il proprio cardine principale, così come il contrappuntistico movimento Lento che segue, mentre lo Scherzo finale è caratterizzato da melodie penetranti e ritmi irregolari. Con i Two Pieces for Violin and Piano (1926), che chiudono il cd, torniamo al periodo giovanile di Copland influenzato dalle armonie jazz e blues, di poco precedente la svolta modernista del compositore americano. Qui il duo regala ancora un’intima interpretazione del malinconico Nocturne, venato di tinte blueseggianti, ed una bellissima esecuzione della curiosa ed originale Ukulele Serenade, che ricorda da vicino lo stile pianistico coplandiano del concerto per Pianoforte e Orchestra di qualche anno precedente. Molto caratteristici i cluster e i glissando del violino che delineano l’accattivante melodia sostenuta dagli accordi del pianoforte chiaramente derivati dal jazz, nonché l’effetto Ukulele realizzato attraverso il pizzicato quadruplo del violino che stavolta accompagna la melodia affidata al pianoforte.
Voto: 9
Luciano Feliciani