(InSub Label 2016)
“Argiope is a piece of fragmented moments, a controled agitation, and a great care the sounding quality as in the best of the electroacoustic tradition.”
Sembra perfetta la frase redatta dai tipi della Insub per presentare l’ultima fatica firmata Miguel A. Garcia, perchè all”ascolto ‘Argiope’ scivola via fluido, ed i suoni ivi contenuti, dai più miti ai più harsh, sono stati sistemati e cuciti tra loro con innata abilità, donandoci così la sensazione di stare ad ascoltare un’avviluppata poesia elettroacustica che cresce continuamente di tensione e volume.
‘Argiope’ va considerato come un unico lungo trip elettroacustico smembrato in 7 capitoli, e distillato da Miguel componendo una mescolanza di suoni di natura acustica con svariati contribuiti strumentali, donati da colleghi e amici, insieme a field recordings e schegge di elettronica fredda, glaciale, e tremendamente isolazionista.
Sonorità iper-low, amalgamate tra loro secondo logiche ritmiche impercettibili e sincopate; una massa di suono oscuro e radente disturbato a tratti da furtive uscite harsh. Dopodiché la reiterazione delle frequenze e delle distorsioni diviene ronzio continuo, assillante, ossessivo: ecco prendere forma una possente geometria sinusoidale minimal, sul calare, aperta ad un mare magnum di samples elettronici che duettano con il lontano suono improv di un sax. Una fuligginosa ciclicità sonora fatta di grige frequenze riprende a dettare legge, facendosi accompagnare a distanza da invisibili (rin)tocchi di chitarra e sottili nenie vocali femminili.
Inutile nominare i singoli anfratti di ‘Argiope’, come si diceva in apertura l’opera va intesa alla stregua di un unico blocco soprannaturale, scritto con i reconditi incubi dark di Garcia.
Voto: 8
Sergio Eletto