(DVK Records 01 2016)
Lavoro audace ma non temerario quello del trio DI VI KAPPA 3. Audace, perché reinterpretare alcuni classici assoluti del rock, da Vicious di Lou Reed (che dà il titolo all’album) a Polly dei Nirvana, e confrontarsi con mostri sacri come David Bowie e i Doors non è cosa da poco. Non temerario, perché l’esperimento è del tutto riuscito. La voce di Kathya West, le chitarre di Valerio Scrignoli e il basso di Danilo Gallo (che nel disco suona anche chitarra acustica, swarangini e glockenspiel) scarnificano brani molto noti, non temendo il confronto con gli arrangiamenti originali ma cogliendo il nocciolo duro, il nucleo espressivo di ogni canzone, e rielaborandolo, per così dire, a mani nude. Le versioni proposte non sono acustiche (in alcuni casi la vena elettrica del disco è preponderante) ma risultano asciutte, in un certo senso autentiche. È il caso, ad esempio, di Tainted Love, bruciante tra i suoni della chitarra elettrica e la vocalità ora soffiata, ora abrasiva della cantante. Altra menzione d’onore a Space Oddity di Bowie, con tanto di suggestioni indiane (un suono di sitar) e sciabordio cosmico nel finale. Ancora Reed con Perfect Day: una versione intensa, intima. Per favore, non chiamatele “cover”.
Voto: 9
Stefano Oliva