(Innova Recordings 2016)
Tecnica superba, grande versatilità, straordinarie capacità timbriche ed espressive fanno dei Meridian Art Ensemble (MAE) un ensemble unico ed interessantissimo. Tutte queste attitudini si palesano ancora una volta nella loro ultima fatica dal titolo ‘Seven Kings’. Le interpretazioni che si susseguono in questo cd rappresentano un vero e proprio crescendo di brani coinvolgenti e di ardua difficoltà esecutiva, ricchi di singolari effetti timbrici e passaggi tecnici molto impegnativi, ma questo formidabile ensemble di ottoni e percussioni newyorkese, fondato nel 1987, si dimostra perfettamente a suo agio nel cimentarsi con tali partiture. Il loro repertorio è, infatti, vasto e molteplice e abbraccia composizioni di Bach e madrigali di Carlo Gesualdo, sino ad opere di compositori come Hindemith, Carter, Babbitt, Stravinsky, escursioni nel progressive rock attraverso arrangiamenti di brani dei King Crimson o di Frank Zappa, oltre a numerose commissioni a compositori contemporanei. Nell’album in questione già dal primo brano Migration osserviamo come la contaminazione del classico contemporaneo si amalgami perfettamente con gli stili tipici del jazz. Di grande suggestione gli effetti in Chimes, tutto giocato sugli echi e le risonanze tra gli ottoni, il vibrafono e le campane tubolari. Molto cerebrali le due composizioni più lunghe del cd For Brass Quintet and Percussion e Passed Time, di grande interesse ritmico e armonico. Non ultima, la forte connotazione ritmica di Thrown Into A World e Extreme Western Frontiers rende tali composizioni di pregevole spessore compositivo nonchè tecnico-esecutivo. Il cd si chiude con la malinconica Opened To The Fragility una sorta di corale sul quale si incastrano improvvisazioni jazzistiche alla batteria, quasi a disturbare il placido scorrere delle melodie.
Voto: 9
Luciano Feliciani