(Ravello 2016)
In questo suo ottimo debutto discografico per la Ravello, il giovane compositore Michael Laurello dimostra sin da subito di possedere uno stile ben definito, diretto, di sicuro impatto, forte di groove coinvolgenti e viscerali, di fraseggi jazz-inflected, di melodie dal sapore popular sviluppate attraverso griglie minimali dal tipico incedere processuale, ora meditativo ora incalzante. Ma gli influssi così vari, provenienti da mondi eterogenei, sono filtrati da una ben consapevole padronanza di mezzi: prova ne sono gli incastri poliritmici che il Nostro con sapienza intesse, sortendo effetti che spaziano da nostalgici omaggi agli anni Ottanta, ad esplosive combinazioni di chitarra e basso elettrico, pianoforte, vibrafono e drum kit, per arrivare ad introspezioni elettroniche ipnotiche e ambigue. Insomma, Rose sa giocare su diversi registri espressivi giocando su piccoli ma significativi scarti: una poetica della leggerezza che svela lati di insospettabile profondità.
Voto: 6
Filippo Focosi