(Aut Records 2016)
Di solito, è difficile che riesca a farmi coinvolgere positivamente da un simile progetto, in cui la musica si sottrae per lasciar emergere in primo piano la narrazione. Eppure, questo progetto basato su alcuni passi dell’Odissea ha compiuto l’improbabile, probabilmente perché non si tratta di mettere in secondo piano la musica, ma piuttosto di articolarla in senso drammatico, teatrale, senza privarla affatto della sua specificità: le sedici composizioni del duo Marta Raviglia (voci e oggetti) e Tony Cattano (trombone e organo Farfisa) sono un esempio eccellente di uso musicale della voce narrante e di sperimentazione narrativo-drammatico-musicale e offrono un concept-album molto vario, con richiami e citazioni da Bernstein (nel primo pezzo) al blues (nell’ultimo), passando per richiami rinascimentali e barocchi e la musica brasiliana dello splendido Lamento Sertanejo. Particolarmente azzeccato l’uso di oggetti sonori che si stagliano sul sottofondo della bellissima voce, sapientemente modulata, di Marta Raviglia (che propone musica con parole, ma anche, e soprattutto, musica delle parole) in dialogo con il trombone di Toni Cattano. Il Vocione (voce alta, ma anche voce + trombone) ha colto nel segno.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto