Daniel Wyche ‘Our Severed Sleep’

(eh? 2016)

Due notevoli accartocci di materiali doom astrali in tiro free
elettroacustico.
L’arte del raga potenziato/detritico, fra
grattugiar stiracchioso di corde, l’inclusione del circostante (lo
spazio vuoto in mormorio della seconda traccia), scatafasci liberi,
improvvisi e battenti, un grammo + un grammo di “Metal Machine
Music”.
Detta in questa maniera par un nulla, eppure, nel
suo organizzarsi canonico fra preparazione/impatto/rilascio, le due
composizioni di Daniel Wyche (chitarra), eseguite in compagnia
di Ryan Packard (batteria), suonano particolarmente
riuscite.
Strati di risonanze metalliche, sgroppate a scaracollo e
lame di coltello.
Oppure, il buio che s’offre di fronte,
pulviscolo astrale che morde e strappa e poi di nuovo, silenzio
fluttuante (fino alla prossima turbolenza).
Muri di suono in
innesco e scomposizioni ritmiche in caduta.
Semplice, primitivo ed
efficace.

Voto: 7

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