(Aut Records 2016)
Un tratto comune della nuova musica, ammesso che vi sia una nuova musica, è il fatto che è stata, è e sarà composta con una funzione, ammesso che vi sia una e una sola funzione. La più evidente funzione della nuova musica è quella di servire da colonna sonora per qualcosa. Che sia l’aperitivo, il party, il film, il centro commerciale… la sostanza non cambia: la musica non basta a se stessa, ma deve invece “animare” qualcosa. Non è solo una questione di destinazione, è anche una questione di poetiche: ad esempio, tutti siamo in grado di comprendere, culturalmente, la funzione del 4/4 battuto in cassa. Ho ascoltato l’album con questo pensiero in mente; perché è ovvio che anche la musica di Giacomo Cioni, aka 12+ è una colonna sonora all’ambiente post-industriale, e sta ancora aspettando un MC a inventare qualche rima con questa base.
Però, ciò che rende interessante la faccenda è che la composizione non avviene da un materiale originale, ma a partire dai dischi giù usciti per Autrecords. Diciamo che il lavoro di composizione è stato una sorta di mise en abyme del catalogo, di cui le sequenze vengono campionate, remixate, rimontate. Mi piace il lavoro di riappropriazione di un materiale, ma bisogna vedere quale… Forse il catalogo (14 dischi) non è ancora così variegato da poter ottenere grandi composizioni. L’operazione riesce solo in parte, ma se siete dei rappettari in attesa di una base ve lo godrete fino all’ultima nota.
Voto: 6
Gianni Zen