(Boring Machines 2016)
Rimane un secco vento teso, che sferza rottami e invocazioni.
La terra cupa più in basso. Un rituale terminale, mormorato e
poi strozzato nell’urlo in gola. In formazione prosciugata e
coincidente con il progetto MSMiroslaw. Mirko Santoru
(sacred horse skull, clarinetto, voce e percussioni) e Laura Dem
(basso, synths e samples), vomitano sangue e spettri, rilasciando
lisergiche e solarizzate tensioni deflagrate, figlie di isolamenti
post-industrial quanto di un’espansione oltre lo strappo di materiali
in raggomitolamento crust. Dove gli influssi della tradizione
arcaico/pagana della propria terra (la Sardegna), vengon ridotti ad
austero pulviscolo umorale che offusca il sole.
Bestie in random in ogni dove, nel buio e in piena luce.
Porte spalancate e galline che razzolano in cucine deserte, flussi di torturante estasi e il freddo della notte che avanza.
Non ti nasconderà e non ti offrirà nessun rifugio.
Per l’ennesima volta, non potrai far altro che piegar le ginocchia e crollare.
L’impatto, un dettaglio.
Voto: 8
Marco Carcasi