(Clean Feeds Records 2017)
“Sogni e delitti”, per dirla con Woody Allen, agitano le tracce di questo godibilissimo lavoro della contrabbassista Lisa Mezzacappa, alla testa di un sestetto in cui trovano spazio strumenti acustici ed elettronica. L’ascoltatore fin dalla prima traccia ( Fillmore Street) viene invitato a un gioco sottilmente inquietante di indizi da decifrare, come se ci si trovasse in un film noir, genere cui il titolo dell’album evidentemente allude. L’integrazione tra una concezione più tradizionalmente jazz e le incursioni dell’elettronica trova un suo punto di equilibrio apparentemente spontaneo ma in realtà molto sofisticato (si senta ad esempio il brano Army Street). Senza trascurare riferimenti musicali come Mingus o Marc Ribot (alcuni fraseggi di chitarra sembrano andare in quella direzione), il disco contempera originalità e classicità, reinventando alcuni topoi dell’immaginario metropolitano del jazz (si pensi ai clacson in Medley on the Big Knockover ). Atmosfere sospese non prive di ironia, in cui vengono chiamati a raccolta cliché da colonna sonora come cancelli che cigolano o passi che si affrettano su marciapiedi bui (Ghosts). Da ascoltare e riascoltare.
Voto: 9
Stefano Oliva