(Cold Blue Music 2016)
Succede davvero poco, in questo lavoro quadripartito di Nicholas Chase. Il violino, amplificato elettricamente, ripete ossessivamente un’unica nota, tenuta per lunghi e tesi tratti temporali, quasi fondendosi con il background dei sintetizzatori, discreto e misterioso. Lo scenario che si presenta dinnanzi è spoglio, quasi desolato. Ma lentamente, verso la metà della composizione, qualche spiraglio di luce inizia a fare capolino: abbozzi di melodie iniziano ad emergere, e stratificandosi in modo graduale occupano almeno in parte lo spazio sonoro, lo colorano di riverberazioni emotive, ci conducono a quello che forse è il vero scopo del brano: farci entrare in uno stato di meditazione in cui nuove visioni prendono, lentamente, forma.
Voto: 6
Filippo Focosi